Oggi più che mai, la corsa e il movimento sono sinonimi di vita e benessere.
L’organismo ne riceve benefici dal punto di vista del tono muscolare, del controllo del peso, della circolazione. Muoversi fa inoltre bene all’umore: aiuta a scaricare lo stress e la tensione, a tenere sotto controllo l’ansia, in definitiva a sentirsi meglio. È un fenomeno che si spiega facilmente grazie alle reazioni chimiche che avvengono nell’organismo – in particolare la produzione di serotonina – e che influiscono sull’umore (ma anche sul sonno, sull’appetito, l’apprendimento e la memoria).
Un incremento della resistenza fisica e psichica alla fatica e la forza di volontà sviluppate nella pratica costante della corsa generano inoltre un aumento della fiducia in sé stessi e dell’autostima.
Gli sport di resistenza in particolare hanno un grosso vantaggio: con loro non si può mentire. La sfida è principalmente contro se stessi ed entrano gioco come elementi vitali la motivazione e la resilienza.
Ma cosa è la resilienza?
In metallurgia, la parola resilienza indica la capacità di un metallo di resistere alle forze che vi vengono applicate.
Questo termine è stato ripreso dalla psicologia per indicare quindi quella preziosa risorsa umana che ci permette di far fronte alle difficoltà che la vita ci pone, mantenendo un atteggiamento positivo, di ottimismo e fiducia.
Grazie alla resilienza, riusciamo a persistere nel perseguire obiettivi sfidanti, guardiamo la realtà in modo diverso, trovando vie d’uscita dove sembra che non ce ne siano.
Resilienza e proattività ti portano lontano. E tu sei proattivo o reattivo?
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Un resiliente è una persona ottimista e tende a leggere gli eventi negativi come momentanei e circoscritti. Il suo atteggiamento è proattivo: sa di avere un ampio margine di controllo sulla propria vita e sull’ambiente che lo circonda. Cerca quindi la motivazione dentro di sé e non dall’esterno.
Pietro Trabucchi, psicologo che si occupa da sempre di prestazione sportiva, in particolare discipline di resistenza, ha dedicato all’argomento un libro “Perseverare è umano”.
“Il mondo dello sport estremizza la necessità di resilienza. Dimostra con i fatti che la resilienza psicologica può essere appresa e migliorata. Ecco ciò che rende lo sport interessante per tutta la vita: il fisico, anche se allenato, declina. Ma la forza mentale può continuare a crescere sino all’ultimo”.
Secondo Trabucchi, potenziare la resilienza può aiutarci ad affrontare in modo diverso la vita quotidiana. È molto diffusa in noi la sensazione di non riuscire a controllare bene gli eventi della nostra vita e si prova un senso di impotenza. Sviluppare la resilienza può servire a cambiare questo atteggiamento.
“Sembrerà banale ricordarlo, ma non dimentichiamo mai quanto è importante l’impegno. L’idea che qualcuno ce la fa perché ha talento, perché “è dotato” spinge a essere fatalisti, passivi e rassegnati. È molto comodo pensare che il successo dipenda da qualcosa di già scritto, dal destino, dalla fortuna, dal talento, dal patrimonio genetico o dal segno zodiacale”.
Come disse Thomas Edisone “1% inspiration 99% perspiration”, l’1 percento è ispirazione, ma il 99 percento è sudore ed allenamento.